Estetica Dentale

La ricerca e sviluppo di nuove tecniche e materiali volti al miglioramento estetico del sorriso ha compiuto notevoli passi in avanti negli ultimi anni, garantendo la possibilità di ottenere, in tempi relativamente brevi, un’immagine completamente rinnovata.

Il sorriso ricopre un ruolo rilevante nell’ambito sociale. Tuttavia può capitare che, a causa di imperfezioni esistenti, per alcune persone mostrare il proprio sorriso costituisca un problema. L’odontoiatria estetica si pone l’obbiettivo di correggere o rimuovere gli inestetismi che compromettono il sorriso, al fine di ristabilire una corretta armonia ed estetica delle strutture di competenza odontostomatologica.

Le attuali tecniche e i materiali disponibili oggi permettono risolvere questi problemi con interventi minimamente invasivi e con manufatti protesici di qualità estetica eccellente oltre che durevoli.

Lo sbiancamento è un trattamento cosmetico e conservativo che permette di ottenere un colore più chiaro dei denti rispetto alla situazione iniziale.

La tecnica di sbiancamento dentale professionale sfrutta l’utilizzo dei perossidi, composti in grado di ossidare i legami chimici delle sostanze responsabili della colorazione dentale. Questo processo può coinvolgere sia i denti vitali che i denti devitalizzati, e può essere eseguito sia nello studio odontoiatrico che nell’ambiente domiciliare, per mezzo di mascherine individualizzate da indossare durante la notte che vengono realizzate in clinica. Pertanto, le sedute di sbiancamento possono essere effettuate anche in casa, ma devono sempre essere monitorate periodicamente dal dentista, che può decidere di intervenire in qualsiasi momento per modificare la mascherina o correggere eventuali disomogeneità di colore con sedute cliniche specifiche.

  • Trattamento di Sbiancamento alla Poltrona (Sedute Cliniche)

Rappresenta una metodica di sbiancamento che si realizza in clinica durante una seduta dentistica. Richiede breve durata e garantisce risultati evidenti già dopo una seduta. È indicato per il trattamento delle pigmentazioni generalizzate delle arcate dentarie o limitate ad aree specifiche di uno o più elementi dentari. Ha il vantaggio di poter essere monitorato dallo specialista per tutto il corso del trattamento ed essere interrotta in qualsiasi momento.

In questi casi, utilizzando una concentrazione più elevata di perossido per ottenere lo sbiancamento in tali tempistiche, la gengiva viene isolata temporaneamente con un materiale che funge da barriera di protezione.

  • Trattamento di Sbiancamento Domiciliare

È la procedura di sbiancamento più comunemente riservata ai pazienti, sotto la costante supervisione dello specialista. La sua pratica metodica si avvale di mascherine individuali in silicone morbido che il paziente riempie con un gel di perossido a concentrazione ridotta. Le mascherine devono essere generalmente indossate durante le ore notturne per circa 6 notti preferibilmente non consecutive, per evitare l’insorgenza di spiacevoli sensibilità dentali.

  • Sbiancamento dei Denti Non Vitali (Sbiancamento Intracoronale)

Può capitare che dopo aver devitalizzato un dente il colore dello stesso, con il tempo, cambi volgendo a una tonalità più scura.

Semplificando molto, il dente diventa scuro a causa di uno stravaso o di residui di sangue al suo interno, un po’ come il livido su un ginocchio dopo un brutto colpo. Queste colorazioni sono dunque dovute principalmente a emorragia pulpare, incompleta rimozione del tessuto necrotico e all’uso di determinati materiali per il riempimento canalare.

Nel caso di denti devitalizzati, si può eseguire un tipo di sbiancamento definito “interno” o “intracoronale”. Come descrive il nome, questa tecnica si realizza alloggiando all’interno della corona del dente un agente sbiancante, capace di diffondersi all’interno dei tubuli dentinali ossidando e sbiancando i pigmenti presenti. La tecnica prevede la rimozione previa dei materiali da otturazione della camera pulpare e una accorta protezione della otturazione canalare esistente.

Lo sbiancamento intracoronale è definito “walking bleach” (l'agente sbiancante viene lasciato in sito per alcuni giorni).

L’applicazione di faccette sui denti naturali è la tecnica che permette di correggere gli inestetismi causati da fratture, anomalie di forma e/o dimensione, difetti di posizione (ad esempio un eccessivo spazio fra i denti) o alterazioni di colore.

Le faccette sono costituite da un sottile strato di porcellana o resina composita applicato sulla superficie visibile del dente. Si tratta di un intervento minimamente invasivo, in grado di offrire un risultato estetico eccellente, duraturo e stabile nel tempo.

La faccetta in porcellana può essere considerata una “mezza corona”, poiché non circonda completamente il dente ma ricopre soltanto la parete anteriore di esso, ovvero la parte visibile. Come le corone, anche le faccette dentali in ceramica vengono prodotte in laboratorio. In questo caso, il dentista prepara il dente in clinica per creare lo spazio -seppur molto ridotto- dove successivamente posizionare la faccetta realizzata in laboratorio. Tra i vantaggi principali dell’utilizzo di questo materiale troviamo l’eccellente estetica, la stabilità del colore nel tempo ed una ottima resistenza all'usura.

Nel caso delle faccette dirette in resina composita il dente viene preparato in maniera ancora più ridotta o, addirittura, non viene preparato. In questo caso, il dentista esegue direttamente in clinica la modellazione del materiale sulla parete anteriore del dente. Il vantaggio principale di questa tecnica è che, se possibile, il dente naturale non viene preparato. I risultati raggiungibili sono ottimali; tuttavia, le prestazioni estetiche e funzionali della ceramica sono considerate superiori, ad esempio per via della stabilità del colore e resistenza. Le faccette in resina composita possono essere realizzate anche con tecnica indiretta, ovvero in maniera simile a quanto accade per le faccette in ceramica, passando per una fase di produzione extra-orale in laboratorio odontotecnico.

In tutti i casi, dopo la fase di diagnosi e prima della fase di trattamento, viene eseguita una visita intermedia al fine di realizzare la prova mock-up. Questo passo è molto importante nel momento in cui si stabilisce che le faccette potrebbero essere una valida soluzione per il problema del paziente. Difatti, la prova mock-up ha lo scopo di fornire una previsualizzazione del risultato finale, applicando in forma temporanea e assolutamente reversibile i nuovi volumi direttamente sui denti del paziente, senza danneggiare in nessun modo le superfici naturali esistenti. Le nuove forme dentali “di prova” vengono realizzate applicando una speciale resina in una mascherina in silicone personalizzata, venendo di fatto “stampate” direttamente sopra le superfici dentali naturali e con possibilità di una facile rimozione.

Le nuove forme dentali ottenute con la mascherina sono il frutto di una fase di studio preliminare molto attenta, realizzata in sinergia con il laboratorio odontotecnico. Questa analisi e progettazione preliminare prevede generalmente modelli di studio in gesso del paziente, analisi fotografica, registri estetici e funzionali, e la ceratura di progetto.

La previsualizzazione, con appena qualche limite dovuto al materiale provvisorio, consente al clinico e al tecnico di cogliere ulteriori piccoli dettagli per ottenere un risultato finale ottimale. Inoltre, non meno importante, permette di far visualizzare immediatamente al paziente cosa è possibile ottenere per la sua persona, consentendo di far indossare l’anteprima del risultato finale e di far provare direttamente in bocca i nuovi volumi. In questo modo, il paziente può esprimere le proprie opinioni e sensazioni sul risultato finale ancora prima che il trattamento sia iniziato. Inoltre, il paziente può mantenere in bocca la prova mock-up per tornare a casa e mostrarsi alle persone più care, al fine di ottenere opinioni anche da queste ultime.

Le otturazioni e intarsi sono delle pratiche dentistiche conservative molto comuni con le quali è possibile ripristinare un dente danneggiato -ad esempio a causa di una carie o un trauma - riportandolo alla sua integrità, sia dal punto di vista funzionale che da quello morfologico ed estetico. Allo stesso modo, si possono sostituire otturazioni in amalgama d’argento presenti se queste sono usurate o ritenute inestetiche da parte del paziente. I materiali disponibili attualmente hanno una capacità di mimesi pressoché perfetta, perciò il dente ricostruito sarà in grado di adattarsi alle cromature dentali esistenti e alle necessità estetiche.

Dopo un’attenta analisi del caso, il dentista saprà indicare se per risolvere il problema sia sufficiente un’otturazione o sia invece necessario realizzare un intarsio.

Il sorriso è dato da due componenti essenziali: i denti e le gengive. Secondo i canoni di bellezza attuali, l’estetica del sorriso è data da una corretta proporzione tra questi due elementi. Una assenza di armonia tra denti e gengive può essere dunque alla base di inestetismi che si presentano con vari gradi di severità.

La condizione per cui un paziente mostra in maniera eccessiva le gengive nell’azione di sorridere viene chiamata generalmente “gummy smile”, o “sorriso gengivale”. Apparentemente, i casi di sorriso gengivale possono sembrare molto simili tra loro, ma l’eziologia della condizione è ampia e il trattamento varia a seconda delle cause che ne sono alla base. È necessaria pertanto un’accurata diagnosi da parte dell’odontoiatra per determinare quale tipo di trattamento è il più indicato per restituire una corretta proporzione dento-gengivale al paziente.

Anche la condizione contraria, ovvero di un sorriso con una componente prevalentemente dentale (“white smile”), può avere origine da un’ampia varietà di fattori. Uno dei motivi classici per cui un paziente chiede di essere trattato per il “white smile” è dato dalla recessione della gengiva, singola o multiple, che crea un’eccessiva esposizione dentale, dando luogo ad inestetismi e fastidi. Anche in questo caso, le soluzioni terapeutiche sono varie e differiscono in base alla diagnosi del singolo caso.

La gengiva può anche presentare degli eccessi di tessuto, che creano un’anomalia volumetrica che può risultare inestetica e fastidiosa. Un esempio sono le epulidi (iperplasia gengivale localizzata) o le ipertrofie gengivali farmacoindotte. In alcuni di questi casi, può rendersi necessaria la rimozione dell’eccesso di tessuto gengivale.

La riabilitazione orale è un concetto ampio che non implica solo l’estetica, ma che mette in primo piano il ripristino delle funzioni orali (masticazione, fonetica, deglutizione, respirazione), con il fine di raggiungere un risultato che possa migliorare la qualità di vita del paziente. Pertanto, l’estetica finale si pone solo come uno degli obbiettivi da raggiungere, fondamentale ma non esclusivo.

Data questa natura, la riabilitazione orale implica un trattamento multidisciplinare che può includere parodontologia, conservativa, endodonzia, protesi, chirurgia orale, implantologia e ortodonzia a seconda dei casi e delle criticità che questi presentano. Il paziente che necessita riabilitazione orale, completa o no, deve sottoporsi ad un esame accurato del team di specialisti, che sapranno elaborare il piano di trattamento specifico per il suo caso e proporre le varie soluzioni esistenti.